Due mesi in Finlandia

“La sisu è un antico concetto finlandese relativo alla resilienza, alla forza d’animo e alla resistenza mentale. E’ la capacità di sopportare un forte livello di stress, di darsi da fare quando tutto sembra essere contro di noi. Invece di dire <non ce la faccio> o <ci rinuncio> provate con <come posso riusciurci>?”

Quando abbiamo deciso di trasferirci in Finlandia ho iniziato a leggere e a documentarmi sulla loro cultura e la prima parola che ho incontrato è stata sisu.
Iniziando a studiare questa filosofia si impara tantissimo sulla cultura finlandese e sul loro modo di vivere, mi hanno sempre affascinato le culture scandinave e avere la possibilità di viverle così da vicino mi sta aprendo gli occhi in un modo che non avrei mai immaginato. Ogni popolo ha la sua “mentalità” e suoi usi ma quella nordica per me ha un fascino particolare.

Ho pensato una mattina intera a come strutturare al meglio questo articolo ma poi ho realizzato che iniziare a buttare giù le idee sarebbe stato più facile. Sono “approdata” a Helsinki esattamente due mesi e mezzo fa e probabilmente tra qualche mese avrò molto altro di cui scrivere ma ho già abbastanza materiale per potervi dare un assaggio di quello che ho imparato in questo breve periodo.

Iniziamo con una serie di fatti insoliti che ritengo siano interessanti o semplicemente divertenti, conditi da qualche piccolo aneddoto.

  • Qui a Helsinki, tutti parlano l’inglese: i commessi dei supermercati, nei ristoranti, negli uffici pubblici, i call center, le banche. Le uniche persone che abbiamo incontrato che non lo parlassero sono state: un montatore di mobili e una parrucchiera ma nulla che google translate non abbia risolto. Qualche parola in finlandese: Moi o Moikka (Ciaoo), Kiitos (Grazie), Tervetuola (Benvenuto).
  • La parità tra uomo e donna si percepisce in ogni ambito e in ogni situazione. Per farvi alcuni esempi che possono aiutarvi a capire: nei ristoranti, a fine cena, è consuetudine chiedere alle coppie se vogliono il conto insieme o separato. In Italia non mi è mai successo (tanto meno a Dubai) forse perchè si da per scontato che paghi l’uomo? In banca non è previsto che il marito abbia una seconda carta di credito/debito intestata alla moglie. Nell’hotel dove abbiamo alloggiato i fattorini erano delle donne, non è considerata una mansione prettamente maschile. Gli addetti alle pulizie, negli hotel o negli uffici pubblici sono spesso svolte dagli uomini. Sto pensando di trattare questo argomento in un articolo a parte, mi sto dilungando eccessivamente.
  • La gentilezza. Sono sicuramente un popolo poco chiacchierone, molto silenzioso, soprattutto verso chi non conoscono, e poco amante dello small talk ma se vedono una persona in difficoltà si preoccupano subito. I primi giorni abbiamo noleggiato un’automobile e per accedere al parcheggio dovevamo utilizzare una macchinetta configurata solo in finlandese: un passante si è avvicinato e in un inglese quasi perfetto ci ha aiutato a capire il funzionamento della porta. Se ti capita di fermarti ad un angolo della strada perchè non riesci a capire come mai Google Maps ti abbia fatto girare intorno (mannaggia a lui) non è raro che qualcuno si fermi a chiederti “Can I help you?”.
  • Tutti i mezzi di trasporto, TUTTI, si fermano se c’è un pedone che deve attraversare. Consiglio: non fermatevi a chiacchierare davanti alle strisce pedonali, se non volete attraversare. Si fermano e non passano finchè non gli dite qualcosa.
  • Girovagando per la città potrebbe capitarvi di imbattervi in qualche bambino che, armato di Google Maps sul suo cellulare, gira per le strade da solo con lo zaino in spalla o la lista della spesa. Si spostano da soli e sono super autonomi, bambini molto piccoli si trascinano dietro slittini più grandi di loro anche se i genitori hanno le mani libere.

Queste le curiosità principali che ho condiviso in questo articolo, le altre me le tengo per il prossimo articolo. 😉 se scrivo tutto subito nei prossimi testi cosa scrivo?

Da expat devo fare alcune considerazioni rispetto alla vita a Dubai: non credo esistano due posti più diversi tra loro, sono lontanissimi in tutto. Non esiste un meglio e un peggio o cose belle o brutte sono semplicemente due modi di vivere diametralmente opposti e non paragonabili. La maggioranza della popolazione è expat e non sono mai riuscita a sentirmi tale, cosa che invece mi capita qui. Sentirsi straniera in un luogo credo che aiuti a crescere e a immergerti meglio nella cultura della nuova nazione. Qui è complicato anche fare la spesa: il 90% delle cose al supermercato non riesco a capire nemmeno se sono dolci o salate e questo ti da la possibilità di conoscere quello che loro mangiano a casa, cosa comprano e scatena la mia curiosità verso questo paese.
Prossimamente farò un articolo simile anche per Dubai. Chissà se questa volta riuscirò ad essere più costante nelle pubblicazioni.

Baci #ladylifestyle

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: